Celle – Monsagrati Casa dei Puccini, Celle Casa dei Puccini, Celle A Celle era nato il trisavolo omonimo di Giacomo Puccini, il 26 gennaio 1712. Rimasto orfano di padre, il primo Giacomo nel 1719 si era trasferito a Lucca con la madre Maria Isabella Giusti e il fratello (poi reverendo) Michele, e a Lucca aveva posto le radici, dando origine alla gloriosa dinastia. Ma a Celle rimanevano proprietà e ricordi familiari, mai dimenticati di generazione in generazione, e rinvigoriti dai periodi di vacanza, per lo più in autunno, dopo le feste lucchesi di S. Croce. Anche Giacomo trascorreva con i fratelli periodi di vacanza a Celle, ma dopo la morte del padre Michele (1864) la madre Albina fu costretta a vendere una dopo l’altra le proprietà, così forse il legame con la terra d’origine si sarebbe perso se non fosse stato per Ramelde, la più amata tra le sorelle: il marito di lei Raffaello Franceschini acquistò una casa, dove le loro figlie, soprattutto Alba e Nelda continueranno a trascorrere le vacanze fino all’inizio degli anni ’70 del Novecento. Il 26 ottobre 1924, pochi giorni prima della partenza per Bruxelles, Celle accolse Puccini per una grande festa con diciassette archi di trionfo, che portavano scritti i titoli delle opere, dal ponte di Pedogna alle case di Fondo al Cantone, lungo la mulattiera, dall’Acqua gelata all’ingresso del paese e un trionfo di bandierine colorate per una grande festa, fino alla casa degli avi dove fu inaugurata una lapide. A RICORDARE CHI IN QUESTA CASA RETAGGIO DEI SUOI PADRI FREQUENTEMENTE DIMORÒ GIACOMO PUCCINI CELEBRATO ARTEFICE DI MUSICA IMMORTALE IL COMUNE FASCISTA DI PESCAGLIA DECRETÒ E POSE XXVI OTTOBRE MCMXXIV. Nel 1974 la casa degli avi è diventata un museo, dopo l’acquisto e l’allestimento da parte dall’Associazione Lucchesi nel Mondo. Villa Mansi, Monsagrati Villa Mansi, Monsagrati Nel 1898 Puccini cercava – come era sua abitudine – una villa per trascorrere l’estate, e prese in considerazione la possibilità di alcune ville a Mutigliano, ma poi preferì la Villa Mansi di Monsagrati dove, tra luglio e settembre, compose parte del I e II atto di Tosca e ne strumentò quasi tutto il I atto (molti abitanti nelle vicinanze ricordavano di aver imparato ad amare le melodie della Tosca prima che quest’opera andasse in scena!). Il 31 luglio scriveva a Giulio Ricordi: «Sono in una località brutta, odiosa, fra selve e pini dove si resta affogati per visuale, sbarrati da monti e illuminati dal sole che dardeggia, senza un po’ di vento. La sera però è deliziosa, e la notte, incantevole… Spero di rimanere qui fino all’ottobre (dico spero, perché non so se resisto: non tanto per me, quanto per i miei che sono veramente sacrificati». Una lapide ricorda quel soggiorno: IN QUESTA VILLA NELL’ESTATE DEL 1898 GIACOMO PUCCINI OSPITE DEL MARCHESE RAFFAELLO MANSI DIMORÒ E COMPOSE IL PRIMO ATTO DELLA TOSCA POICHÉ L’ARTE SI SUSTANZIA DI BELLEZZE DIVERSE. LE RECONDITE ARMONIE DI QUESTE ROMANTICHE PENDICI RISUONARONO FORSE NELLA MENTE E NEL CUORE DEL MAESTRO IN NOTE DI SUBLIME PASSIONE E DETTERO ALLE ALI DEL CAPOLAVORO I PRIMI FREMITI PER IL SUO VOLO IMMORTALE. R.SARDI